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Le Aule dei Padri si sono appena chiuse per sempre, grazie davvero a tutti e, come ormai d'abitudine, abbiamo pubblicato un po' di post per raccogliere le esperienze, impressioni, commenti di chi c'era!
Link ai commenti a "Le Aule dei Padri":
= "CARTOLINE da Gli Ultimi eroi" (scrivi qui la scena più bella che hai vissuto o visto a Il crepuscolo degli Dèi!) => http://goo.gl/IW3Jhb
= "CRITICHE, problemi e mancanze", per le cose che invece si potevano migliorare e per i problemi di qualsiasi genere: => http://goo.gl/jmmDu9
= "OPINIONI e pareri tecnici", per le cose che hanno funzionato bene e che avete apprezzato: => http://goo.gl/NtwXcM
= Pareri da chi non aveva MAI GIOCATO => http://goo.gl.../kyGvGE
= Le prime FOTOGRAFIE e video del live: https://www.facebook.com/stefano.tiraboschi.90/media_set?set=a.10202433597537979.1073741834.1135077785&type=3
chiunque abbia fatto foto del live può, se vuole, segnalarlo in un commento a questo post (che rimarrà fissato in alto)
= Fanmail: vota il tuo personaggio preferito qui http://terrespezzate.altervista.org/fanmail.php
Il crepuscolo degli Dèi è una campagna breve di gioco di ruolo dal vivo in due eventi da tre giorni: il fulcro del gioco è la libera interpretazione dei giocatori, che daranno vita ad una grande vicenda corale dagli esiti tutti da scoprire. Durante i due eventi i partecipanti si troveranno immersi in un contesto di mito e di leggenda. Avranno l’occasione di esplorare e scoprire un mondo antico, permeato di tradizioni e magia oltre che di interagire con gli altri giocatori per condividere un’esperienza unica e irrinunciabile!

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I due eventi, Gli Ultimi Eroi di giugno e Le Aule dei Padri di agosto, sono collegati ma del tutto autosufficienti: è possibile giocare anche solo uno dei due pur completando la storia del proprio personaggio. Ovviamente partecipare ad entrambi gli eventi consente d’iniziare e vivere per intero la campagna, dando così al proprio personaggio uno spessore più ampio e divertendosi ancora di più!

Quest’estate, la campagna di Terre Spezzate invaderà un Nord fiero e primitivo. Siete pronti a riscoprire le vostre radici e combattere per l’onore della vostra stipe? Il crepuscolo degli Dèi è vicino, ma è vicina anche la fine? Siate protagonisti in questo evento dagli echi Epici, e immergetevi completamente nelle saghe che sono all’origine dal fantasy, per scoprire (o riscoprire) le antiche storie di creature mostruose, eroi tragici e spade incantate!

Molto è cambiato nelle Terre Spezzate, ora intrappolate sotto il giogo di chi venera i nuovi Dèi. A nord però, un gruppo di irriducibili e valorosi guerrieri continua a lottare per mantenere viva la tradizione. Ormai in pochi e stanchi, si ritirano nel fitto delle foreste, in una valle cara ai vecchi Dèi, per decidere come contrattaccare il nemico che li sta schiacciando. Una morte onorevole in nome dei propri ideali è preferibile alla sopravvivenza in schiavitù di un credo differente?

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CARTOLINE DA "LE AULE DEI PADRII"
"La tre giorni ha visto grandi avvenimenti e stravolgimenti, che hanno coinvolto un gran numero di personaggi e a cui hanno assistito ancora più personaggi e giocatori. Ma oltre ai grandi momenti epici e importanti, conosciuti da tutti, ci sono state numerose scene più piccole, intime e vissute da pochi, ma che hanno avuto un grande impatto emotivo o una grande importanza per il gioco. Insomma scene che non solo vale la pena ricordare, ma che vale la pena condividere anche con chi non c'era, perché un live riuscito è fatto anche di questi piccoli grandi momenti."
Condividiamo nei commenti a questo post i momenti significativi, memorabili, commoventi, eccitanti che abbiamo vissuto durante la seconda e ultima parte de "Il crepuscolo degli Dèi"! (per favore: no spam, no commenti ai commenti, SOLO "Cartoline" dal live!)

  • Raffaella Bortolani, Daniele Carosi, Marita Lancea Columbro and 13 others like this.
  • Simone Biraghi Il duello di Ser Torio contro il suo acerrimo nemico. Fulmini, musici, pioggia. Epico!
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  • Fabio Albieri Più gli attimi di quiete, di delicata tensione che non i momenti epici - e giocando un guerriero lo trovo abbastanza inusuale. Due ricordi in particolare: il momento in cui la Custode è venuta a prendermi dal campo di battaglia, un momento che visto dai miei occhi sembrava un film girato in soggettiva... mi ero talmente autocondizionato che gli schiamazzi dei nemici erano DAVVERO lontani, davvero ovattati. Quello che pochi minuti prima era importante ora non era più il mio mondo, dovevo andare, la Custode mi avrebbe portato dai miei figli. Wow.
    Il secondo invece è stato un momento di pochi istanti, Normanno nelle Aule e dama Alvinia fuori, uno sguardo e lei si avvicina, scambiamo due parole prima che la gente dentro e fuori ci separasse, "vivi!", le mani fanno per sfiorarsi sulla soglia della porta ma il contatto non riesce... un'intesa o forse qualcos'altro, spezzato sul nascere e diviso in due mondi ormai irrimediabilmente diversi. Le porte si chiudono, la canzone viene intonata due volte. Alla seconda il ricordo di Alvinia è un poco più lontano, resta quello dei figli, che però Normanno non vede. Li rivedrà in seguito o dimenticherà anche loro ?
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  • Chiara Tirabasso Bertranda era scappata non da un uomo, ma da tutti gli uomini: dal padre, dai fratelli, dalle tradizioni. Era la libertà che cercava, l'affermazione, il rispetto. Furono le piume nere del corvo e gli occhi materni di Mandigelo a convincerla che c'era una famiglia pronta ad accoglierla, una famiglia che non avrebbe più abbandonato, fino alla fine.
    Il destino beffardo le donò quel che desiderava ad un prezzo altissimo, il rispetto come donna e guerriera in cambio della sofferenza di Riccardo, abbandonato e tradito, prima all'altare e poi di fronte a tutto il nord. Fu dunque con il sorriso sulle labbra che accettò di immolarsi per il Corvo, per dare coraggio ai suoi fratelli e sorelle di Clan, per rendere libero Riccardo del dolore e dell'umiliazione che gli aveva inflitto.

    La felicità giunse infine, fugace come uno spiraglio di sole in una vita di pioggia... radiosa, ma terribilmente breve. Sguardi e mani e labbra che si conoscono e si promettono un'eternità insieme, nelle Aule dei Padri, solo per essere separati dal volere malevolo di Mandimartello: Bertranda fu scacciata, condannata a vagare sulla terra come spettro inquieto.
    Riccardo avrebbe dovuto essere il suo primo uomo, invece fu l'ultimo: quello che avrebbe desiderato per un'infinità di giorni infausti, quello che avrebbe amato per sempre.

    Anime inquiete, come nasce un odio in grado di sconfiggere la morte? Per Bertranda fu una fitta lacerante al cuore, il suo cuore mortale costretto a svuotarsi di quel che l'aveva resa viva, il coraggio, la speranza e infine l'amore. E poi una marea che monta per colmare quel vuoto, e lo riempie di una vendetta implacabile, di ricordi struggenti, occhi azzurri come il cielo, mani che si stringono oltre gelide sbarre di ferro, il bacio dell'addio.
    L'ultima promessa di una donna, o la prima minaccia di un nero spettro, mentre la soglia delle Aule si riempie di fumo turbinante portandosi via ogni cosa: "tornerò da te".

    Nera è la notte, nero il cammino.
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  • Paolo Benedetti Vivaldo è scosso, pieno di dubbi, alcune persone gli hanno chiesto che sia lui a prendere la Corona di Ferro, che sia lui a farsi Re, lui che non lo vuole ed è per questo il più degno, che vorrebbe soltanto morire e riposare al fianco della donna amata, condannata dal Fato a morire per salvare una sorella che lui pensa folle e che vuole quella stessa Corona. Infine i pretendenti si riuniscono per combattere...è il suo momento, l'ultimo per mostrare il suo coraggio, per rinunciare a se stesso ed essere solo il Re del Nord per gli altri, per i vivi, come rinfaccia spesso a Brunilde...deve scegliere e con vigliaccheria sceglie di non combattere, di far si che altri prendano quella corona. Dentro di se sa che questo porterà le genti alla rovina ma non gli interessa, lui che aspetta con ansia il suo appuntamento con la morte, basta, basta pensare agli altri, farsi carico del loro destino, ci ha provato ed ha fallito, non è degno, vuole solo combattere la sua ultima battaglia e morire per unirsi a Sinilde, al suo fiore del nord. La scelta è compiuta, che gli altri parlino di lui come un eroe che muore in battaglia, come un fiero guerriero che tiene testa al nemico sebbene ferito e menomato, dentro di se sa che il vero eroe è chi vive e muore per gli altri mentre lui muore solo per fuggire, per se stesso.
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  • Fabio Albieri Qualcosa di meno epico ma comunque magico: durante il Ragnarok ho smarrito il mio boccale. Introvabile. Il terzo giorno, dopo la battaglia e durante il banchetto, mi siedo al tavolo in un posto *a caso* ... e mi trovo davanti il mio boccale. SUL SERIO.
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  • Gwareth Morrowdim La giovane Ambrosia si era conquistata con la sua determinazione un posto fra i custodi della prima Rocca appena al mattino dell'ultimo giorno. Aveva servito con entusiamo e dedizione per tutta la giornata in quel ruolo per lei completamente nuovo di portare le preghiere dei vivi e accompagnare le anime dei morti nel loro ultimo viaggio. L'esile pitta s'indaffarava con una genuinità che non poteva non strappare affetto, sembrava davvero felice della sua scelta. Poi, a sorpresa, un istante prima che si chiudessero le porte, con la stessa semplicità si presentò a Marsilio, affiancato da Clarastella e Ala del Gufo, dicendo che, ecco, aveva trovato un motivo per vivere e così.. Il signore della rocca la interruppe posando dolcemente l'indice sulle labbra della ragazza, ne sfiorò la fronte con le sue, come si fa a una figlia, la figlia che non aveva mai potuto avere per il suo oscuro patto con la morte, e le indicò con un sorriso l'antico portone. "Va. Vivi. Ricorda il dono di questo giorno. Ricordati di noi". Magone.
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  • Gerhard Von Tannenberg La Morte che porta corona.
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  • Elena Menietti Milioni di cartoline anche qui. Quattro pero' che hanno scatenato la Menietti lacrima all'ennesima potenza: 1) Il castello è pieno di gente, sono entrati tutti e ora bisogna organizzarsi. Arrivano gli emissari del Re, suo cugino la presenta al vescovo Sestesi. Bianca si gira e guarda negli occhi suo marito. Accenna un'inchino, mentre il duca fa per presentarla. Il Vescovo Nardovino dice "credo di conoscere bene mia moglie. Come state, Bianca?". 2) Bianca riceve una missiva dal fratello, in cui in pratica c'è scritto che egli sta morendo maledicendo il suo nome, con dovizia di particolari sul perchè di quest'odio. Distrutta dal dolore, solo Idette e Arnaldo cercano di consolarla.3) Idette e Tristano sono stati portati da lei, affinchè li visitasse. Idette è arrivata già morta, Tristano è agonizzante. Quando Bianca dice a Tristano che egli sta per morire, lui le dice:" vorrei parlare con idette, lei come sta? VIvrà?" Bianca abbassa gli occhi sul cadavere della Duchessa alanera: "è già spirata...non ho potuto fare nulla.." Tristano urla disperato il suo dolore, e morirà accanto alla sua amata. Sigh 4) Le aule dei padri sono aperte per l'ultima volta. Bianca ha appena visto il suo Principe, Alarico, combattere e morire per la bruma, per la prima volta dalla parte dove lei l'ha trascinata. Si avvicina ad alarico, che beve birra in un angolo. "Mio Principe!" "Ah, Duchessa! E' un piacere vedervi un'ultima volta! Io..io non volevo morire così" Il principe la abbraccia, piangendo. Lei gli domanda perchè egli non abbia mai, mai seguito il suo consiglio in vita. Lui risponde "Prenditi cura della mia famiglia, e di Castelbruma. Fai che Castelbruma viva". Poi le aule dei padri iniziano a chiudersi, e dall'ultimo spiraglio di porta, Alarico affida a suo marito la corona di Castelbruma. Toccherà a loro ricominciare. 5) In realtà c'è l'ultima. Mandimartello e Goffredo sono caduti sul campo dell'ultima battaglia. Bianca si avvicina a Mandimartello, per dirgli addio. Egli le dice: "ho parlato con Nero...dice che ti perdona, e ti ama." Bianca sia accomiata da Mandimartello rasserenata, quando Goffredo la chiama.. "Bianca, ditemi...mio fratello...ha combattuto con voi?" "No, si è rifiutato di imbracciare le armi contro il suo stesso popolo". "ah- dice lui con un mezzo sorriso- allora posso tornare alle aule in pace." E spira.
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  • Nicholas Eyl 1) Garolfo barcolla nel piazzale del castello, ferito.
    La cerusica l'ha appena rimesso in piedi e gli ha detto di non affaticarsi ma lui avanza sotto la pioggia.
    Sangue del Gufo lo vede, gli si avvicina e gli domanda "Garolfo ma dove state andando in q
    ueste condizioni?" e Garolfo "Ad ammazzare una donna."

    2) Prima della battaglia finale il Vescovo vuole battezzare i barbari che combatteranno con loro, Garolfo gli si avvicina e gli dice "Vescovo, radunate i barbari che non si vogliono battezzare e li ammazziamo li sul posto" e il Vescovo "No Garolfo, gli daremo la possibilità di vivere liberi, privateli delle armi e mandateli via."
    Garolfo va dal suo fido vice Galvano e gli dice "Disarmate i barbari che non si convertono, al primo cenno di resistenza ammazzateli."
    "Va bene Capitano" risponde Galvano.
    Garolfo lo guarda e gli dice "Confido in te perchè ci siano diversi tentativi di resistenza."
    E Galvano annuisce.

    3) Nella mischia Garolfo sente qualcuno che lo chiama, si gira ed è Ser Baiardo.

    La sera prima Garolfo aveva cercato di convincerlo a scendere in campo con gli eserciti del Re, il Nord ha già tutti gli eroi che gli servono, dopo la battaglia di domani il Nord avrà bisogno di persone che lo ricostruiscano.
    Ma Ser Baiardo gli chiede solo di poter morire come un Brumiano, per mano di un altro valido combattente.

    In mezzo alla mischia Ser Baiardo è ferito e uno Scudo d'Argento lo sta per finire.
    Garolfo si frappone e allontana il soldato, quindi tira in piedi Ser Baiardo e gli dice "Ser Baiardo manterrò la mia parola: morirete in piedi, come un vero Brumiano!"
    Ser Baiardo annuisce e si getta avanti spada in pugno, Garolfo lo trafigge e il guerriero crolla a terra, lo ringrazia e poi muore.
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  • Omar Cerè Dedrico è riuscito nell'unica impresa di cui si curava veramente: Romilda, ella era viva, lievemente ferita, ma viva nonostante la battaglia, egli era riuscito a proteggere tutto ciò che gli rimaneva in questo mondo sull'orlo dell'oblio, era riuscito ad evitare di commettere nuovamente l'errore di abbandonare una persona a lui così cara in un momento importante, era riuscito a proteggerla anche dalle parole di Poldo(di cui lei si era innamorata a prima vista), che la voleva trascinare insieme a lui nelle Aule dei Padri per l'eternità, convincendola che vale molto di più una vita trascorsa in maniera onorevole, che la morte, un istante fugace e spesso privo di significato, un atto di codardia travestito da coraggio. Una tempesta di sentimenti più veri e miei di quanto mi potessi aspettare prima di provare tutto questo, davvero un'esperienza Magnifica, sotto ogni aspetto.
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  • Daniele Politi Una scena che non scorderò mai per la sua intensità ed forza emotiva è stata quando nella battaglia finale, per proteggere Gherardo, ho dovuto affrontare la persona a me più cara nonché compagno d'avventura Sinibaldo. Mio è stato il colpo di grazia e vederlo in terra agonizzante, che mi chiamava e mi fissava, mi ha fatto davvero commuovere. Poi, nell'Aula dei Padri, nel fumo mistico che divide il mondo dei vivi da quello dei morti, li ho rivisti e Gherardo, con voce dolce come mai ho sentito prima, mi invita a tornare nel mondo dei vivi... Il mio personaggio non è stato fondamentale nella storia complessiva, ma a differenza degli altri live ho interagito molto di più, fino ad arrivare a provare sentimenti veri. Credo che l'importante sia questo, ossia l'interazione tra il proprio personaggio e gli altri fino ad arrivare a creare un rapporto indimenticabile.
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  • Jennifer Fagiani Mentre Primaneve stava morendo, sentì in lontananza un urlo disperato che gridava il suo nome. Beldisole stava correndo da lei per salvarla ma ormai era troppo tardi. Primaneve avrebbe voluto gridare per l'ultima volta "scappa e vivi" ma tutto svanì in un istante. (Sono morta dentro mentre sentivo quelle urla disperate Gaia Barbieri)
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  • Alex Grisafi Bramante de' Sestesi è partito con la spedizione di suo padre, con l'intenzione di liberare il Nord dalla nefasta influenza dell'Arcivescovo Clotario.

    Educato dal padre al valore e all'onore, al mantenere la parola data, insomma alla Giustizia, Braman
    te non vedeva tutto ciò nella corte, né in fondo in suo padre. Ha visto invece questo nel Nord, il Nord degli Spiriti e dei Padri, delle Tradizioni, dell'Onore e del Sangue.

    Una prigioniera, Albavolpe ( Mariagrazia Mosetti ), ultima sopravvissuta del clan della Volpe, affermava continuamente di avere visioni, e ad un certo punto ha stretto a sé Bramante, gridando davanti ai vescovi e al padre che sapeva che il Sestesi preferiva gli Spiriti alla Tetrade. Bramante era confuso e spaventato, ancora non sapeva ciò che l'avrebbe atteso di lì ad un mese, e l'ha respinta...

    Il primo giorno alla Rocca, ha dato il suo forse modesto contributo per convincere il padre Brandelio che non era saggio esigere una conversione forzata alla Tetrade... infine, Brandelio ha effettivamente proposto ai clan delle nuove condizioni, che pur con un pesante proselitismo garantissero la libertà di culto. In particolare, Brandelio ha elogiato la libertà che può esistere solo conoscendo entrambe le fedi, e la libertà che i barbari devono avere di poter abbracciare anche la Tetrade se lo desiderano... e Albavolpe gli ha risposto chiedendogli dunque cosa avrebbe fatto, Brandelio, se qualche emissario del Re si fosse convertito agli Spiriti, conoscendoli. Brandelio non poteva sapere ciò che sarebbe successo di lì ad un mese, e rispose che l'avrebbe accettato...

    Ma come Bramante immaginava, non appena il Re Edoardo, coi suoi messaggeri, ha insistito affinché si convertissero e battezzassero i barbari, il padre Brandelio è venuto meno alla sua parola, e battesimi di massa sono iniziati, calpestando la fede e le tradizioni dei popoli del Nord.

    Bramante non poteva sopportare tutto questo, e non voleva esserne complice. In quel mese alla Rocca aveva conosciuto ciò che prima aveva soltanto udito nelle storie e le narrazioni epiche, e ne era rimasto folgorato. Quella era la sua Via, la Via degli Spiriti, la Via della Volpe. La mattina dopo un combattimento all'altare tra le forze tetradiche e quelle del Nord, ferito, Albavolpe ha insistito affinché Bramante andasse con loro, con il Nord. Il Padre Brandelio gli ha intimato di andare con lui, ma Bramante ha risposto che no, non poteva, e la sua strada era un'altra.

    Si è convertito pubblicamente durante la rinascita del Clan della Volpe. Non era più Bramante dei Sestesi, ma Mantorosso della Volpe. Ha visto gli Spiriti calpestare il suo stesso suolo e mangiare alla sua stessa tavola il giorno stesso. Ha visto gli Spiriti morire, il giorno stesso. Il mondo in cui era appena entrato era prossimo alla fine. Ma l'avrebbe difeso fino alla morte.

    È andato a parlare con il padre Brandelio, spiegandogli le sue ragioni ed accusandolo per non aver tenuto fede alla propria parola. Brandelio l'ha misconosciuto come figlio, e gli ha detto che il giorno dopo non gli avrebbe risparmiato la vita.

    Alla battaglia campale, Mantorosso ha combattuto con il Nord e per il Nord. Ha inferto vari colpi, ma è poi stato ferito gravemente, ed è caduto. Agonizzante, è stato trascinato dal padre Brandelio. Non ha chiesto pietà. Non ha chiesto scusa. Non è tornato indietro. Perché era Mantorosso, un uomo del Nord, che il Nord ha difeso fino a morire. Perché è morto, sgozzato dal suo stesso padre, ma ora e per sempre banchetta nelle Aule dei Padri.
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  • Federico Malavasi 1000 grazie a Elisa Carlotta e Amos per gli ultimi minuti di Ser Baiardo:
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  • Gianluca Il Janka "Tua moglie non ti perdona", così disse la Morte e per un momento non fu più il crepuscolo degli dei ad avere importanza, non più le grida dei pretendenti al trono del nord ma solo il rimorso. Il rimorso e la paura del domani.
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  • Federico Malavasi Ser Baiardo era appena stato medicato da Lionello proprio sul campo di battaglia: "potete ancora combattere Baiardo". Poco più avanti giace ferita Eldora Tagliavia, l'amata sorella con cui poco prima rammentava quando giocavano nella bruma e quanto più brava lei fosse a nascondersi. La bruma che li aveva benedetti in quella occasione, loro in ginocchio assieme a Guglielmo e Astolfo della stessa famiglia. Baiardo la raggiunge ma l'ennesima pioggia di frecce, proprio mentre la speranza si accendeva sul volto di lei, stende ancora l'uomo mentre accanto si accascia anche la Duchessa Idette che ora li guida e mai si sarebbe arresa se non alla morte. Il nemico avanza e l'avanguardia supera i tre. Un uomo della tetrade incalza da lontano: "uccidete gli uomini e prendete le donne... che ci divertiamo un po'...". Un armigero prende la Duchessa Idette per una caviglia e fa per trascinarla nel fango, Baiardo allunga un braccio, la ferma, lei lo guarda un istante senza proferir parola e lui le taglia la gola. Un calcio lo rispinge verso la sorella. "Che fai carogna! Non ne hai il diritto!" Baiardo accarezza i capelli della sorella mettendole il mantello sotto il capo mentre l'armigero esamina il corpo esanime della Duchessa. "L'hai uccisa Baiardo?". Baiardo annuisce. Eldora con gli occhi gonfi di lacrime lo prende per mano. "Baiardo uccidi anche me, te ne prego." Baiardo non risponde... non respira. Le mani si stringono e lei mormora ancora: "fallo, ti supplico...". Baiardo appoggia la lama sulla gola della sorella e passano attimi interminabili. Lei sorride appena mentre la fredda lama le scorre sulla gola. Baiardo piange sul suo ventre mentre un armigero nemico gli si avvicina: "Sei Ser Baiardo di Corvia, il comandante". Baiardo non risponde mentre il comandante degli scudi d'argento urla: "Fermatevi, quell'uomo è mio!". Baiardo alza il capo e sulle ginocchia striscia verso il comandante che intima ai suoi: "Aiutatelo a mettersi in piedi". Tra i due c'è grande stima ma il destino li vuole su fronti opposti. Baiardo muovendo appena la spada verso Garolfo urla "E ora guardate come muore in piedi un uomo del Nord!". Garolfo con un colpo lo passa da parte a parte e con un fil di voce e cadendo, Baiardo sussurra: "Grazie Garolfo". Poco dopo gli spiriti portano Baiardo e Eldora verso le Aule. Percorrono la via tenendosi per mano e dopo minuti Eldora sussurra: "Baiardo, non riesco a parlare". "Non c'è nulla da dire Eldora andiamo insieme alle Aule..." in silenzio.
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  • Fabricus De Ander Il tempo stringe. Lo spirito del corvo può ancora risorgere ma per farlo è necessario eliminare il maggior numero di cantori possibile, perchè l'unico canto a rimanere sia quello dei cantori del corvo. Ma come avvicinarsi ai cantori, stretti e al sicuro tra le schiere del nord? Dagoberto suggerisce un ultimo inganno: che il corvo cambi piumaggio un'ultima volta! Offriamo armi e alleanza alle schiere del nord: quando tutti saranno impegnati contro l'esercito del sud, allora i cantori saranno soli ed indifesi- quello sarà il momento di agire. E così è stato: Enrico, Orsaquieta e pochi superstiti del corvo hanno rispettato il patto col nord e han prestato la loro spada in battaglia mentre Dagoberto, Mandiluna, Saviorso e Saviomanto rimangono indietro con i cantori, troppo impegnati nel seguire la battaglia per capire le intenzioni del corvo. E infine davanti ad un pubblico di spiriti e anime di eroi, il clan del corvo massacra i cantori. Prima di morire anche lui, per mano di Cosimo, Dagoberto sente lo spirito del vento urlare e disperarsi. I suoi compagni caduti gli si avvicinano un'ultima volta, lo stesso corvo guarda gli ultimi istanti della vita dello sciamano. Il resto poi è confuso. Finita la battaglia, lo spirito di Dagoberto cerca i superstiti del suo clan, Enrico da lontano, ferito, lo vede e gli fa cenno di fuggire, di sopravvivere come vorrebbe il corvo. Dagoberto solleva la mano: un saluto rassegnato, troppo tardi per fuggire. Ma abbiamo vinto, fratello.
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  • Gerhard Von Tannenberg Sul campo di battaglia, in un angolo fangoso e digradante in disparte.
    Guardalce è a terra, ormai incapace di muoversi. E' stato ferito, abbattuto, ha perso l'arma, ha strisciato con un pugnale e accoltellato alla gamba uno degli uomini del sud, che g
    li ha piantato la spada nella schiena. Vicino a lui si sono consumate scene drammatiche, l'ultimo dei Reietti s'è accoltellato con ferocia con quello che era stato un suo compagno, ed è stato trucidato. Ora giace vicino a lui, poco più in là c'è un armigero del sud... lo portano via, per dargli sepoltura. Una donna piange, ma non riesce a vederla.
    Le Aule dei Padri sembrano maledettamente vicine, eppure così lontane.
    Guardalce ruota un po' la testa e cerca di alzare il braccio più malandato. Il nastro rosso donato dalla Tessitrice è pieno di fango... riuscirà Crepuscolo a riconoscerlo in mezzo alla folla?
    Per lunghi, silenziosi minuti maledice la sua resistenza, che non è stata sufficiente a vivere, ed ora gli impedisce di morire. E' già successa una cosa simile, e comincia a temere di perdere i sensi... per ritrovarsi di nuovo coperto di bende, in mezzo a preti della Tetrade che gli sorridono aspettandosi gratitudine e vogliono fargli rinnegare gli Spiriti. E le Aule stanno per chiudersi, per sempre.
    Infine una sagoma familiare si china su di lui, come era già avvenuto. Neottolemo, o meglio Sabbia del Deserto: l'Uomo del Sud è una Lince come lui, ora, anche se non gli è mai stato straordinariamente simpatico... ma già una volta si è reso utile, quasi nella stessa circostanza. In fin dei conti non è colpa sua se riesce a galleggiare illeso sulla sventura.
    "Guardalce..." dice solo l'elegante guerriero delle sabbie.
    "Stavolta è quella buona", dice con un ghigno Guardalce, e improvvisamente si rischiara nel vedere Piedalba la strega, che da tempo cerca di proteggere come le altre donne del clan. E' illesa.
    "Allora... abbiamo vinto?" I due si guardano in silenzio.
    "Sì, se siete qui, ora, abbiamo vinto". Senza aspettare una risposta porge il pugnale a Piedalba.
    "Fa' quel che devi, strega".
    Piedalba esita un istante, ma è solo un momento. Con un movimento delicato ma fermo taglia la gola al Primo Cacciatore caduto, come i guerrieri del Lupo non hanno saputo fare. Gli occhi di Guardalce rimangono sbarrati a fissare il vuoto, e la strega gli abbassa gentilmente le palpebre.
    Stavolta non mancherà all'appuntamento.
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  • Arianna Busti Ermengarda e Ulrico si sono reciprocamente promessi di sposarsi il giorno seguente. Ma gli eventi precipitano così in fretta… Ermengarda sa che il giorno dopo probabilmente sarà l’ultimo giorno per il Nord, e l’ultimo per lei. “Sei ancora decisa a scendere in battaglia? Non ti ricordi che cosa ti ho detto? Chi combatte muore, non c’è scampo. Possiamo ancora salvarci, andiamo via”. Ulrico non accetta di perderla ancora, l’ha appena ritrovata dopo così tanto tempo… Ma lei sembra inflessibile: “Ti rendi conto che l’unica sopravvivenza è convertirsi alla Tetrade?”. “E allora? Che importa? E’ solo una religione, sono solo Dei… Siamo noi, tu e io, ad essere importanti”. Ma lei è una sorella di lancia: “Se mi ami davvero, se mi conosci davvero, sai che domani combatterò: per Brunilde, per il Lupo, per il Nord”. “E sia. Allora sposiamoci subito. Ci occorre uno sciamano che benedica la nostra unione”. Ermengarda vede Maltena, si rivolge a lei affinchè li unisca. “Va bene, ma sapete con chi state parlando? Io sono Maltena, sono una sciamana del sangue”. “Allora credo che tu sia davvero la più adatta”.
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  • Luca Ritondale Il personaggio di Brandelio Sestesi ha parlato con moltissimi, spesso scendendo parecchio in profondità nei dialoghi.
    Ma la cosa che ha fatto emozionare di più Luca, il giocatore, è stato vedere le donne del nord piangere durante il loro rito del battesimo alla Tetrade..
    Grandissime!
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  • Alessio Posar Il duca Leopoldo Portalupo ha appena chiesto a ser Tristano di inginocchiarsi davanti a lui. È il suo cavaliere più fidato e l'uomo che è stato scelto per vegliare sull'erede dei Portalupo; gli chiede quest'ultimo giuramento in nome dell'Antico Codice. Egli non sa però che il cavaliere ha rinnegato il proprio onore e ha giurato fedeltà a Idette Alanera e al Nord.
    Mi sono sentito morire nel vedere tutta la fiducia del duca riposta in me, nell'uomo sbagliato.
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  • Jennifer Fagiani Ramonero giunse da Primaneve per dare la buona notizia,"Primaneve presto Sguardofino ha rinnegato il Corvo e vuole chiedere perdono al Clan". Tutte le linci erano riunite, Ramonero parlo' al giovane e benedisse il suo rientro nel clan, tutti accettarono questo fratello perduto, anche io ma una prova andava superata, l'ira dello spirito del vento. La paura che spezza il cuore di ogni uomo, la paura che ha fatto vacilare il suo operato, ora dovra incontrarla di nuovo. "Sei pronto uomo ad affrontare lo spitiro del vento? la vera paura che giace nascosta nei cuore degli uomini?" Disse Primaneve, il ragazzo annui. Crindiluna e Ventofiero presero il giovane per le spalle. Primaneve grido' forte così che lo spirito del vento sentisse il coraggio di quest uomo che affronta la sua ira, "Spirito del vento ascolta la mia voce, fa fuggire questo mortale...".
    Urla di terrore, di disperazione, i tre caddero a terra, Sguardo fino ero stremato. "Ora sei pronto a tornare tra noi Sguardofino, la mia parola è verità, tu sei dinuovo una Lince!"
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  • Michele Jack Giallo Liberato Dopo aver combattutto con tutto se stesso per il Nord, per la Torre Nera e per l'onore, il tutto in un lasso di tempo indefinito, scandito da colpi di spade ed asce sopra scudi e corazze, Frederico lo scudiero, poco più di un ragazzo, ripercorre nei suoi pensieri tutte le parole ed i momenti passati, mentre giace a terra, sul lato destro del campo, tra i fango ed il sangue, schiacciato non dal peso dell'armatura, ma dalle ferite che han tentato di lacerarne l'onore, al suo capezzale Guiscardo lo guarda con occhi di chi avrebbe voluto lottare al suo fianco e non avrebbe voluto vederlo morire... la gola è recisa, ma non abbastanza da permettergli di morire, tutto d'un tratto un figura si erge su di lui, è un uomo biondo, dagl'occhi azzurri, colui che insieme al resto dei tetradici lo ha ridotto così, lo guarda e gli dice:
    - Sei un guerriero forte, se dichiari la resa ti permetterò di farti curare e di vivere! -
    Frederico lo guarda negl'occhi e accumula giusto le forze per dirgli poche parole:
    -Quando vuoi tagliare una gola, assicurati di farlo come si deve, ora finisci il lavoro bastardo!.... Per il NOr..... "la lama di quell'uomo tronca di netto la testa e con essa la voce del giovane scudiero della torre nera"
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  • Stefano Ori I Brinnici attaccano l'Altare della Tetrade; Sòmmaco si trova inavvertitamente in prima fila, nella mischia. Non sa come fare, non vuole ferire alcuno di loro, ma al tempo stesso non intende fuggire, almeno non di fronte a Padre Osvaldo ed al suo Signore, e deve pur sempre proteggersi. Gioca l'estrema risorsa, invoca il Potere e fa fuggire la schiera di nemici. Ma è troppo tardi, e nella foga viene colpita non una, ma ben due volte dalle lance del Nord. Cade a terra dolorante, mentre vede entrambi i combattenti concludere lo scontro. Non ha più le forze per reggersi in piedi da solo, quindi non gli resta che trascinarsi dietro ad un sasso, chiedendo aiuto ai suoi alleati. Inaspettatamente, però, gli Emissari non lo vedono, o paiono non considerarlo, e nessun cerusico dei suoi corre a salvarlo. In quel momento è Sabbia del Deserto a notarlo, facendosi incontro mentre chiamava aiuto. Sono le Linci a salvare la vita a Sòmmaco, le stesse Linci che un tempo lo avevano accolto come una famiglia.
    Fulvomanto passa davanti alla scena, vede Sòmmaco a terra. Ha uno sguardo truce, da cacciatore. Forse non sa come comportarsi di fronte ad una persona che, pur essendo formalmente un nemico, pare avere così tanti legami col suo stesso Clan e così tanta cura nel rispettare la cultura degli Spiriti. Sceglie di abbozzare un sorriso, e gli sfiora le mani in segno di sostegno, poi se ne va, silenzioso come era arrivato.
    In quel momento, Sòmmaco decide. Decide che avrebbe aiutato il Nord, laddove avrebbe potuto, con tutte le sue forze, senza venir meno alla lealtà nei confronti del suo Signore.
    Poche ore dopo, Cuordivento e PiedAlba parlano con lui. Così, Sòmmaco comprende che il Nord è destinato a morire, che nulla può più salvarlo dalla rovina. In quel momento, sceglie la sua strada. Sarebbe sopravvissuto all'imminente battaglia a tutti i costi, pur di tramandare ai posteri l'epico coraggio del Nord. Lui, uomo colto e letterato, avrebbe scritto libri di storia, libri che avrebbero per sempre ricordato le gesta di Eroi tanto valorosi. E il Nord non sarebbe stato dimenticato, il loro sacrificio non sarebbe stato vano.
    E' mentre pensa a ciò che china dolcemente la sua testa su quella di PiedAlba, nell'attesa che la battaglia si compia, nell'attesa che la donna che ama e che ha amato muoia per mano dei suoi stessi alleati. E gli occhi gli si fanno lucidi, perché non c'è saggezza che possa scacciare il dolore di un popolo che muore, il dolore di non poter far nulla per evitare che ciò accada, il dolore per aver promesso alla donna che ama che non l'avrebbe salvata.
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  • Gerhard Von Tannenberg Durante il culmine della tempesta, nel secondo episodio, Guardalce vede il Sestesi scaldarsi come può al fuoco della forgia. Con un magnifico sorriso si avvicina e indica il cielo: "E questa, uomo del sud, è la nostra ESTATE!"
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  • Alessio Lolli Fulvomanto,appena entrato nella rocca,riesce a sapere che Zanna,il suo capitano,è prigioniero nei sotterranei. Agguanta la prima candela che gli capita a tiro e scende silenzioso le scale che conducono alle segrete.Ventura,un simpatico ed arzillo vecchietto della rocca, precedentemente lo aveva avvisato riguardo a loschi individui presenti nelle segrete ai quali Fulvomanto non avrebbe mai dovuto prestar attenzione. Appena entrato nelle segrete,nella penombra creata dalla luce della sua candela,in un angolo scorge una figura,con gli occhi dipinti di nero che sussurra "Vai via,vai via".
    "Ecco uno di quei tizi dai quali mi devo tenere lontano" pensa Fulvomanto e accelera il passo. Riesce a trovare il suo capitano,stranamente imprigionato nelle segrete.Un rapido scambio di battute fa capire a Fulvomanto che quelle segrete,quel posto non sono normali. "Zanna non era morto? Perchè ora è lì davanti a lui in carne e ossa a rassicurarlo sul fatto che stia bene?"
    Questi pensieri vengono interrotti dalla comparsa alle sue spalle del signore della rocca,che lo esorta ad uscire.
    Ritornando sui suoi passi Fulvomanto incontra nuovamente quella figura dagli occhi dipinti di nero. Questa volta sembra veramente infastidita nel vederlo.Infatti ad un tratto si alza di scatto,si avvicina a Fulvomanto,lo guarda negli occhi con sguardo torvo e gli dice con tono demoniaco "Questa luce mi dà fastidio" e contemporaneamente spegne la fiamma della candela soffocandola tra il suo pollice e il suo indice.
    Poche volte il cuore del cacciatore ha battuto più forte di allora.
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  • Marco Ascanio Viarigi Pioggia e fulmini sul castello, nel grande piazzale i clan si preparano a combattere per decidere chi indosserà quella maledetta corona forgiata nel sangue... ma il corvo ha bisogno di parlare agli spiriti suoi fratelli, li convince a salire sulla torre, in alto, dove il cielo è più vicino. La pioggia è battente e i corvi bagnati sono accucciati sulle scale, Enrico, il cavaliere della Cenere, in testa, pronto ad un ordine appena lo scontro trai clan avrà inizio e il clamore della battagli unito ai tuoni del celo potrà coprire il massacro del Corvo. Ed ebbe inizio: come silenti giustizieri i corvi salirono gli ultimi gradini di pietra per circondare, come in un rito, gli spiriti ormai in forma umana. La voce del Corvo l'ultima a urlare mentre i suoi figli trucidavano gli ormai deboli spiriti. Una notte di sangue, La Notte del Corvo!
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  • Lorenzo Grassi Durante la battaglia nella fortezza contro gli scheletri vi è stato un momento in cui, per il fumo, tutti si sono allontanati dallo scontro. Ad un certo punto, dal fumo, è spuntato fuori il cuoco, armato di spada corta e pugnale, impegnato in una lotta furibonda con praticamente tutte le forze del male. Il coraggio del cuoco ha ispirato me e gli altri a ricominciare a combattere. È stato l'episodio, oltre al mio duello epico con tuoni e fulmini, che più mi ha colpito ed ispirato e che ha dato il via alla leggenda di Gualtiero, il cuoco più armato e letale del mondo.
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  • Luca Ghizzardi Alboino sta combattendo per la corona e vede dietro di se giungere i propri compagni. Viene colpito alla schiena e, dopo un istante, lo spavento si trasforma in sicurezza: il nemico sarebbe stato celermente abbattuto dagli altri uomini della Torre Nera.
    Invece i colpi continuarono e quando il cavaliere nero cadde vide solo il ghigno di quelli che avrebbero dovuto essere i suoi compagni: capì tutto e li guardò: chi avrebbe potuto organizzare il tutto? Non il D'Urso, non gli sembrava l'uomo, né Filiberto, folle ma fedele all'antico codice. Non il fratello, già una volta ucciso, né nessun altro dei presenti. Nessuno di loro aveva la forza o l'ingegno.
    "Fatemi parlare con ildegarda"
    Quando la bruta arrivò Alboino si era tolto il famoso elmo, la guardò e disse: "sei stato tu ad organizzare tutto questo?"
    "Come mai lo pensi?"
    "Perchè conosco te e conosco il mondo"
    "Si, sono stata io."
    Alboino provò a trattenersi: l'aveva già influenzata in passato, aveva già convinto i suoi uomini a non ucciderlo quando Filiberto l'aveva accusato di patricidio. Non ci riusci: la fredda rabbia che lo accompagnava da semprè uscì con poche parole, un tentativo di demolire le basi del suo potere.
    "Perchè?"
    "Perchè hai ucciso tuo padre e i tuoi fratelli. Perchè sei ambizioso."
    "Siamo uguali Ildegarda. Tu desideri la morte, la tua gloria sopra la salvezza del tuo popolo. E hai sulle tue mani il sangue di Guntramo, tuo marito, il signore della rocca. Io lo conoscevo. Non si sarebbe mai sacrificato agli orchi, ti avrebbe consegnato piuttosto. Tu l'hai ingannato e sei riuscito ad ucciderlo"
    "E tu come fai a saperlo? Come puoi dire di conoscere così bene Guntramo?"
    "Perchè eravamo d'accordo. Ti avremmo consegnata agli orchi e noi avremmo avuto il potere delle streghe. Quel patto, Ildegarda, è idea mia. Chi pensi che abbia manipolato Gertrude? Chi credi che abbia sussurrato al duca? Quando è morto lui e non tu ho intravisto un'opportunità di ottenere un titolo. Sarebbe stato meglio se fossi morta tu."

    Incredibilmente dopo mi hanno ammazzato. Che bella romance.
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